Buongiorno amici Nerd, qui Luke per parlarvi della nuova serie prodotta da Disney, appartenente all’enorme universo di Star Wars, The Acolyte.

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Prima di impegnarmi a dire qualcosa al riguardo, volevo vedere almeno la metà della stagione. Già dalla seconda puntata, infatti, non ero molto convinto di quello che stavo vedendo. La puntata pilota è una delle più importanti perché ha il compito di attirare e catturare l’attenzione dello spettatore. Deve far crescere la voglia di procedere nella visione della serie, soprattutto in formati come quelli scelti dalla Disney, in cui esce una puntata a settimana. Ma possiamo dire che non è nella prima puntata il problema. Qui funziona tutto infatti: un combattimento spettacolare e piuttosto inedito nella forma, subito nei primi minuti dell’episodio; la morte di un Jedi e la conseguente atmosfera misteriosa e investigativa che si crea; l’essere catapultati in un prodotto in cui i Jedi sono di nuovo protagonisti.

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Jedi Master Indara (Carrie-Anne Moss) in Lucasfilm’s THE ACOLYTE, exclusively on Disney+. ©2024 Lucasfilm Ltd. & TM. All Rights Reserved.


Dalla seconda puntata, però, cominciano i primi problemi. Il colpevole del primo omicidio viene già svelato e non come semplice supposizione. Il sospetto viene subito confermato, cancellando qualsiasi aura di mistero e trasformando la missione dei Jedi da investigazione a cattura. L’unica cosa rimasta da scoprire è perché Mae, la responsabile del primo omicidio, sia così determinata a dare la caccia ai Jedi, e in particolare a quattro Jedi specifici. Come scopriamo nella terza puntata, che copre un lungo flashback riguardante la vita passata di Mae e sua sorella Osha. Le due sono figlie di un gruppo di streghe, maestre nell’utilizzo della Forza, tanto quanto Jedi, Sith e le Sorelle della Notte. Le nascite, da quanto sembra di capire, all’interno di questo clan, derivano dall’utilizzo della Forza per creare la vita. Un potere che i fan di Star Wars sanno essere molto complesso e raro, ma soprattutto, fino a prima di The Acolyte, strettamente legato niente meno che al prescelto della profezia dei Jedi. Colui che porterà equilibrio nella Forza (sappiamo tutti che non è andata proprio così). Metto le mani avanti dicendo che questa non vuole essere una critica sterile da fan radicale e stupido. Infatti, non sono contrario all’espansione dell’universo di Star Wars, alla creazione di nuove figure o all’approfondimento di alcune esistenti. Ma concedere qualcosa di così importante come il potere di creare la vita attraverso la Forza a delle persone che però sono relegate a quaranta minuti di episodio e vengono completamente cancellate al trentanovesimo minuto, trovo che renda il tentativo di includere altre potenti forze nell’universo di Star Wars totalmente inutile.

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Il flashback in sé non è male ed è fondamentale per mostrare le due gemelle protagoniste e il loro rapporto fin da subito conflittuale, tanto da portare Mae ad attentare alla vita della sorella Osha.
Viene anche rappresentata l’ostilità verso i Jedi, che non in tutti gli angoli della galassia sono considerati degli eroi o dei salvatori. In questa terza puntata si creano i presupposti e le motivazioni per il principale villain della serie, anche se sono solo accennati, solo leggermente intuibili. I Jedi sono colpevoli di qualcosa per Mae e finalmente torna un po’ di aura di mistero che si era completamente persa.
E siamo finalmente alla quarta puntata, esattamente a metà stagione. Qui The Acolyte manda praticamente tutto all’aria. Tre puntate per costruire la missione di un personaggio, di Mae che dovrebbe essere la principale protagonista “negativa” e una per dimenticare tutto e farle prendere una svolta totalmente differente.
Una volta saputo che la sua amata sorellina in realtà è viva, nel bel mezzo della foresta Mae realizza che non ha senso seguire gli ordini scellerati del suo maestro ma che è più importante cercare di riunire la famiglia. Ma non è solo questo il problema. Qual è il metodo più veloce per trovare Osha? Consegnarsi ai Jedi che la stanno dando la caccia per gli omicidi da lei commessi. Così da finire in galera e non poter più vedere la sorella… Peccato che l’ultimo Jedi suo obiettivo sia già stato assassinato e tra una Mae senza parole e un altrettanto stupito gruppo di Jedi che finalmente è arrivato sul pianeta, ecco che fa la sua comparsa il maestro di Mae, mascherato, armato di spada laser rossa e chiaramente intenzionato a combattere.

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The Acolyte, per quanto mi riguarda, non sta andando molto bene. Ammetto di parlare da fan quando dico che questa serie non rende giustizia ai Jedi, o in generale all’universo di Star Wars. Se è vera la notizia sugli scrittori e sceneggiatori della serie, che a quanto pare non hanno mai visto o mai consultato alcuna opera di questo brand, direi che in The Acolyte troviamo delle chiare prove.
Infatti, mettere altri esseri in grado di plasmare la Forza al punto di creare la vita, in questo caso, può essere interpretato come ignoranza e non come un tentativo di creare qualcosa di nuovo. Oppure la pessima rappresentazione dei Jedi, che di tale hanno ben poco, perché sono quasi completamente dominati dalle emozioni.
Ma i problemi sono anche nella scrittura vera e propria della serie: personaggi poco carismatici e convincenti per via della scarsa caratterizzazione e il poco approfondimento.
Le relazioni tra i personaggi sono complesse, ambigue o non del tutto chiare in virtù del genere mistery della serie. Virtù che però non riesce a coinvolgere pienamente perché è vaga, debole. Gran parte degli eventi vengono rivelati in breve tempo, troppo poco anche solo per permettere allo spettatore di fare delle ipotesi al riguardo.
Probabilmente, la prima metà della stagione serviva a preparare il terreno al maestro di Mae, vero villain della storia, che con abili mosse e piani ha creato le condizioni perfette per avverare un qualche suo desiderio o folle bisogno. La spada laser rossa urla a gran voce che possa trattarsi di un Sith, ma in tal caso questo personaggio dovrà essere scritto a puntino per non imbattersi in enormi errori nella continuità o, ancora peggio, in clamorosi retcon che i fan tanto odiano.
Un’apertura un po’ deludente per il nuovo prodotto Disney. Ma non ci si fascia la testa prima di rompersela. Abbiamo ancora quattro puntate da vedere e giudicare severamente. Non tutto è perduto e il tempo per recuperare c’è ancora. Attendiamo insieme l’uscita della serie completa e ci diamo appuntamento tra qualche settimana per commentarla insieme!

The Acolyte
(Center to right): Jedi Padawan Jecki Lon (Dafne Keen) and Master Lakshay (Paul Bullion) in Lucasfilm’s THE ACOLYTE, exclusively on Disney+. ©2024 Lucasfilm Ltd. & TM. All Rights Reserved.

Voi cosa ne pensate di The Acolyte fino ad ora? Vi sta piacendo o siete delusi come me?
Fatecelo sapere nei commenti o sotto il post su Instagram!
A breve porterò il resto del mio pensiero su tutta la sera, quindi continuate a bazzicare sul nostro sito, che tra l’altro è pieno di cose interessanti 😉

Alla prossima,

Many Nerds, One House!